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di Elisabetta Covelli e Paolo Rovri - foto e contenuti: tutti i diritti riservati

SESSIONI DEDICATE ALLA RAZZA


DIRITTI

Troviamo doveroso, imprescindibile, quando parliamo di doveri, quello di conoscere ed essere consci di quali sono i Diritti, sacrosanti, del nostro cane e in generale degli Animali. Riteniamo sia molto importante questo aspetto in quanto caratterizza e connota qualsiasi Animale come soggetto e non come un banale oggetto. Badate che è un passo estremamente importante che troppe persone considerano ancora banale o poco rilevante, ma in realtà non lo è affatto. Per quanto ci riguarda, i Diritti Umani e i Diritti degli Animali hanno un'unica radice e un'unica fonte filosofica e i concetti sono chiaramente e palesemente espressi nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale, sancita nel 1978 a Parigi nella sede dell’Unesco.

Alla stesura del testo hanno partecipato scienziati, giuristi e filosofi, coadiuvati dalle principali associazioni mondiali che si occupano attivamente di protezione animale. Il testo non si limita a delineare e sancire i diritti del mondo animale, ma in sostanza esprime una presa di posizione etico-filosofica nel regolamentare i rapporti tra gli uomini e le altre specie viventi. Per la prima volta vengono riconosciuti, in una 'carta dei diritti', concetti che hanno radici profonde nella storia del pensiero filosofico. Infatti la prima teorizzazione del concetto di diritto applicato degli animali, si riscontra in un testo datato 1892: 'Animals Rights Considered in Relation to Social Progress', il cui autore, il filosofo inglese Henry Salt, è tutt'altro che uno sconosciuto. Grande amico di Ghandi, fondatore della Humanitarian League e profondamente impegnato in battaglie come la lotta contro la pena di morte, la riforma dei sistemi carcerari, la rivendicazione dei diritti della donna e in generale delle minoranze, elabora in questo testo una vera e propria innovativa ideologia. Capirete quindi che il taglio della rivendicazione dei diritti degli Animali si inquadra per Salt in un panorama più vasto, relativo alla rivendicazione dei diritti umani, rivendicazione che caratterizzò all'epoca un vero e proprio movimento. Salt non era certo un folle o un visionario e la proposta di applicare 'il diritto' al mondo animale era tutto sommato resa possibile dalla rivoluzione antropologica Darwiniana. Nel testo proprio di Darwin, 'L'Origine della Specie', viene palesemente e ampiamente dimostrato come anche gli uomini sono animali, alla stessa stregua degli altri e le differenze tra le varie specie animali sono solo di grado e mai di genere. Darwin dimostra che si possono facilmente rintracciare negli animali non umani, le radici delle nostre stesse capacità di amare, pensare, ragionare e udite bene perfino del nostro senso morale. Questo passo è fondamentale, è il pilastro portante che permetterà a Salt di poter affermare che c’è in sostanza una netta uguaglianza tra la condizione di Animale e di Schiavo, proprio perché questa menzogna è utilizzata dall'uomo per giustificare l'oppressione a causa di una presunta inferiorità. Vedete quindi che parlare di diritti umani e di diritti degli animali sono alla fine strade convergenti. Il concetto di 'umanità' viene quindi ad assumere una connotazione allargata, andando ad abbracciare tutti gli esseri viventi. I diritti degli animali non sono meno importanti e non sono antagonisti a quelli dell'uomo, dal momento che proprio il loro riconoscimento porta ad un evoluzione del progresso sociale dell'umanità tutta. E' doveroso anche tenere presente che teorie totalmente contrapposte a queste hanno animato il 700 e 800, come quelle di Aristotele, che mai ha riconosciuto agli animali non umani qualsivoglia tipo di diritto o peggio di considerazione. Ma Aristotele non ha mai riconosciuto diritti nemmeno alle Donne o agli Schiavi, semplicemente considerandoli utili agli interessi degli uomini, attenzione: agli uomini di sesso maschile e liberi.

Come si può facilmente capire furono due secoli fondamentali per i diritti degli animali e non solo, secoli in cui molte voci autorevoli sostengono sia nato il movimento animalista. Colpo su colpo si vedranno finalmente sbriciolare le teorie meccanicistiche di Cartesio, che avevano influenzato moltissimo il pensiero occidentale, tali per cui gli animali erano considerate macchine senza anima e senza sentimento e di conseguenza incapaci di provare qualsiasi sofferenza o sensazione. Cartesio fu certamente il più grande nemico degli animali, condizionando così negativamente il pensiero comune al punto tale che gli animali furono considerati dei semplici meccanismi, formati da ruote, ingranaggi e molle e le loro reazioni agli stimoli erano semplicemente di natura meccanica, che nulla avevano a che fare con la sensibilità. Volete un esempio? Cartesio sosteneva che se si da un calcio ad un cane l'animale guaisce e si lamenta inutilmente, poiché non prova in realtà dolore, dal momento che non avendo coscienza di se come soggetto, non può rendersi conto di provare dolore. Non male, non vi pare? Questi concetti furono devastanti, giustificando di fatto le peggiori barbarie perpetrate contro gli animali.

Il punto di svolta fu dettato dal non considerare più il rapporto uomo-animale evidenziando le differenze, ma cercando di mettere in rilievo le somiglianze e la capacità di entrambi di provare emozioni e sentimenti. Hume interpretò molto bene una sensazione oramai diffusa quando affermo: 'siamo costretti dalle leggi dell'umanità a trattare cortesemente tali creature'. Egli sosterrà anche che la ragione è schiava della passione, mentre l'istinto, da non considerarsi certo una facoltà inferiore, è sia dell'uomo che dell'animale; la differenza è riscontrabile solo ed esclusivamente nella capacità dialettica, che nell'uomo è maggiore. Attenzione Hume disse maggiore, non superiore. E da Hume ai giorni nostri, tra varie peripezie e il formarsi di nuove correnti filosofiche (Peter Singer , Tom Regan, ecc.), a modo suo ogni filosofo ha contribuito a salvare gli animali, arrivando in sostanza sempre e comunque ad un'unica conclusione: la nostra metodica d'approccio con gli animali ha un problema di fondo che consiste nel discriminarli solo ed esclusivamente in quanto non umani e si è giunti quindi nel tempo in cui il nostro modo di rapportarci con loro va rivisto, allargando finalmente il cerchio della morale a tutti gli esseri che hanno il sacrosanto diritto ad esservi compresi. La vita non appartiene solo alla specie umana, ma anche al cane, al gatto, al pesce, ecc. L'uomo invece ha troppo spesso creato nel mondo in cui vive una gerarchia arbitraria che in natura non esiste, considerando esclusivamente il proprio interesse. Questo atteggiamento ha portato, purtroppo, a quello che viene definito 'specismo', a causa del quale ci sono quelli che proteggono il cane, quelli che proteggono il gatto, i pappagalli, le tartarughe, o peggio proteggono le aquile e perseguitano le talpe. L'obiettivo della dichiarazione universale dei diritti dell'animale non ha lo scopo di far regredire l'uomo ad una situazione primitiva, ma dovrebbe indurlo al rispetto della vita e aiutarlo a ritrovarsi, in armonia con la nostra Terra. Per il bene del nostro pianeta, l'essere umano dovrà progressivamente rinunciare alla sua caratteristica e peculiarità antropocentrica ed iniziare a considerasi alla stessa stregua di ogni altro essere vivente.


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